Insights
28 gennaio 2025
Insights
La sostenibilità, soprattutto dal punto di vista ambientale, è un tema che siamo abituati a vedere legato al mondo industriale e manifatturiero: quei settori sono visti come energivori e inquinanti, mentre il dematerializzato ambito digitale sembra virtuoso di per sé. Ma è davvero così?
In realtà, l'impatto ambientale del digitale è spesso sottovalutato: ogni interazione digitale, dall'invio di un'e-mail a una ricerca su Google, ha un costo ambientale. In questo senso, bastano le interazioni quotidiane del lavoro d’ufficio o il consumo dei software in dotazione anche alle PMI più “smart”, per incidere profondamente sull’impronta ecologica aziendale, in certi casi persino più dei macchinari produttivi.
Ecco perché in Tinext supportiamo le imprese che si rivolgono a noi anche nella valutazione della sostenibilità digitale del proprio ecosistema: attraverso un algoritmo proprietario, è possibile valutare l'impatto energetico dei siti web e misurare la carbon footprint delle piattaforme in uso, misurando non solo il consumo di energia ma anche altri parametri rilevanti.
La nostra mission è mettere le aziende nella condizione di adottare un approccio LEAN: questo concetto, mutuato dalla industry manifatturiera, significa produrre solo ciò che serve realmente, senza sovrabbondanza, per servire utenti reali.
Le cifre fanno davvero riflettere. Basti pensare che Internet è considerato la quarta "nazione" al mondo per emissioni di CO₂. I data center, che alimentano siti web e infrastrutture digitali, sono tra le risorse più energivore in assoluto, dato che la potenza di calcolo è la conditio sine qua non di ogni processo, e il raffreddamento necessario a mantenerli operativi è molto energy-consuming.
Anche parlando di AI, la situazione è analoga: il suo impatto è amplificato dal fatto che i modelli di intelligenza artificiale, specialmente quelli di grandi dimensioni come ChatGPT, richiedono enormi quantità di energia per essere addestrati e operare. Ad esempio, ogni interazione con ChatGPT - anche il più semplice prompt testuale che lanciamo ogni giorno dal nostro computer personale - consuma l’equivalente di una bottiglietta d’acqua in termini di risorse energetiche utilizzate per il raffreddamento dei server.
Il punto cruciale, però, non è demonizzare l’uso della tecnologia: bisogna capire in che modo ottimizzarne l’impiego per minimizzare gli sprechi e massimizzare i benefici.
La sostenibilità digitale si focalizza sull’adozione di tecnologie e pratiche che riducono l’impatto ambientale delle operazioni digitali, migliorando l’efficienza e l’esperienza utente. Vediamo come lo facciamo in Tinext.
Per ridurre l'impatto ambientale del digitale, è fondamentale adottare un approccio olistico che comprenda diversi aspetti.
La nostra strategia può essere riassunta in 5 pilastri fondamentali:
Dobbiamo quindi vedere l’intelligenza artificiale come un mero strumento di consumo di risorse? No, al contrario, la sua potenza di calcolo può trasformarsi in veicolo di cambiamento positivo anche in ottica di sostenibilità.
In ambito industriale e manifatturiero, algoritmi avanzati vengono già sperimentati per ottimizzare i processi industriali, ridurre gli sprechi in azienda, monitorare in tempo reale il consumo di risorse naturali e sviluppare soluzioni più efficienti nel settore dell’energia rinnovabile.
E anche in ambito digital, l’AI è un’ottima alleata: dal punto di vista della search, infatti, può fornire risultati più precisi, riducendo il numero di query necessarie e, di conseguenza, il consumo energetico ad esse associato.
La sostenibilità digitale non si è circoscritta all'ambiente: è essenziale considerare anche le tematiche sociali, di inclusività e accessibilità, a garanzia che i siti web consentano una fruizione fluida ad ogni cittadino, anche a persone diversamente abili.
Da giugno 2025 entrerà in vigore il cosiddetto Accessibility Act: la normativa europea richiederà per legge che i contenuti digitali siano accessibili a tutti. Un obbligo per tutte le imprese, anche PMI, sopra i 10 dipendenti e i 2 milioni di fatturato, ma anche un’occasione di impegno etico, per rendere accessibili contenuti che con grande difficoltà lo sarebbero nel mondo reale.
Sostenibilità digitale, quindi, come concetto chiave del presente e del prossimo futuro, con una doppia valenza: ambientale, per rendere strumenti, siti e piattaforme sempre più efficienti, leggeri e a basso impatto, ma anche sociale, per rendere tutte le persone capaci di accedere a risorse, conoscenza e informazioni online.