Home Eventi e News Insights 2025 Sostenibilità del digitale e dell’AI: una sfida per il futuro delle imprese

Insights

Sostenibilità del digitale e dell’AI: una sfida per il futuro delle imprese

La sostenibilità, soprattutto dal punto di vista ambientale, è un tema che siamo abituati a vedere legato al mondo industriale e manifatturiero: quei settori sono visti come energivori e inquinanti, mentre il dematerializzato ambito digitale sembra virtuoso di per sé. Ma è davvero così?

 

In realtà, l'impatto ambientale del digitale è spesso sottovalutato: ogni interazione digitale, dall'invio di un'e-mail a una ricerca su Google, ha un costo ambientale. In questo senso, bastano le interazioni quotidiane del lavoro d’ufficio o il consumo dei software in dotazione anche alle PMI più “smart”, per incidere profondamente sull’impronta ecologica aziendale, in certi casi persino più dei macchinari produttivi.

 

Ecco perché in Tinext supportiamo le imprese che si rivolgono a noi anche nella valutazione della sostenibilità digitale del proprio ecosistema: attraverso un algoritmo proprietario, è possibile valutare l'impatto energetico dei siti web e misurare la carbon footprint delle piattaforme in uso, misurando non solo il consumo di energia ma anche altri parametri rilevanti.

 

La nostra mission è mettere le aziende nella condizione di adottare un approccio LEAN: questo concetto, mutuato dalla industry manifatturiera, significa produrre solo ciò che serve realmente, senza sovrabbondanza, per servire utenti reali.

Il digital “energivoro” in numeri

Le cifre fanno davvero riflettere. Basti pensare che Internet è considerato la quarta "nazione" al mondo per emissioni di CO₂. I data center, che alimentano siti web e infrastrutture digitali, sono tra le risorse più energivore in assoluto, dato che la potenza di calcolo è la conditio sine qua non di ogni processo, e il raffreddamento necessario a mantenerli operativi è molto energy-consuming.

 

Anche parlando di AI, la situazione è analoga: il suo impatto è amplificato dal fatto che i modelli di intelligenza artificiale, specialmente quelli di grandi dimensioni come ChatGPT, richiedono enormi quantità di energia per essere addestrati e operare. Ad esempio, ogni interazione con ChatGPT - anche il più semplice prompt testuale che lanciamo ogni giorno dal nostro computer personale - consuma l’equivalente di una bottiglietta d’acqua in termini di risorse energetiche utilizzate per il raffreddamento dei server.

 

Il punto cruciale, però, non è demonizzare l’uso della tecnologia: bisogna capire in che modo ottimizzarne l’impiego per minimizzare gli sprechi e massimizzare i benefici.

 

La sostenibilità digitale si focalizza sull’adozione di tecnologie e pratiche che riducono l’impatto ambientale delle operazioni digitali, migliorando l’efficienza e l’esperienza utente. Vediamo come lo facciamo in Tinext.

Linee guida di sostenibilità per siti e digital properties

Per ridurre l'impatto ambientale del digitale, è fondamentale adottare un approccio olistico che comprenda diversi aspetti.

 

La nostra strategia può essere riassunta in 5 pilastri fondamentali:

 

  1. Misurazione costante dell'impatto ambientale. È essenziale quantificare l’impatto sull’ambiente delle piattaforme online. Strumenti come Karma Metrix possono calcolare i margini di miglioramento, e di conseguenza le azioni da intraprendere, per ridurre il consumo energetico e le emissioni di CO₂. Una misurazione accurata permette di conoscere il "debito" con la natura e attuare iniziative compensative in modo mirato;
  2. Ottimizzazione dei contenuti. Implementare l’approccio LEAN, come accennato, è fondamentale. Significa adottare piccoli accorgimenti per non sovraccaricare la rete di contenuti doppi o poco utili. Ad esempio, evitare di caricare più copie dello stesso video in varie sezioni di un sito web, preferendo un'unica risorsa condivisa, oppure sfoltire contenuti ridondanti e superflui che non solo implicano un alto consumo di risorse ma appesantiscono anche l’esperienza utente;
  3. Ottimizzazione del codice e delle infrastrutture. Siti web leggeri consumano meno energia e migliorano anche la user experience. Tutto parte dal codice stesso: se ottimizzato e privo di ridondanze, oltre a ridurre i consumi energetici, migliora la SEO e le performance generali;
  4. Gestione degli asset multimediali. Ridurre le dimensioni di immagini e video, utilizzare formati compressi e ottimizzare i tempi di caricamento dovrebbe essere la base, oggi. Immagini e video a risoluzione eccessiva sono tra i principali responsabili del consumo di energia online, oltre che impattare negativamente sui core web vitals, gli indicatori di UX e performance dei motori di ricerca;
  5. Utilizzo di data center green. Opportuno, ove possibile, scegliere data center che utilizzano energie rinnovabili o certificazioni green. In questo senso, molti data center si stanno già evolvendo verso il raffreddamento naturale, grazie alla scelta di location geografiche che si prestano all’ottimizzazione termica delle infrastrutture.

L’intelligenza artificiale come potenziale risorsa per l'efficienza

Dobbiamo quindi vedere l’intelligenza artificiale come un mero strumento di consumo di risorse? No, al contrario, la sua potenza di calcolo può trasformarsi in veicolo di cambiamento positivo anche in ottica di sostenibilità.

 

In ambito industriale e manifatturiero, algoritmi avanzati vengono già sperimentati per ottimizzare i processi industriali, ridurre gli sprechi in azienda, monitorare in tempo reale il consumo di risorse naturali e sviluppare soluzioni più efficienti nel settore dell’energia rinnovabile.

 

E anche in ambito digital, l’AI è un’ottima alleata: dal punto di vista della search, infatti, può fornire risultati più precisi, riducendo il numero di query necessarie e, di conseguenza, il consumo energetico ad esse associato.

Sostenibilità digitale non solo green ma anche come social responsibility: accessibilità e inclusività

La sostenibilità digitale non si è circoscritta all'ambiente: è essenziale considerare anche le tematiche sociali, di inclusività e accessibilità, a garanzia che i siti web consentano una fruizione fluida ad ogni cittadino, anche a persone diversamente abili.

 

Da giugno 2025 entrerà in vigore il cosiddetto Accessibility Act: la normativa europea richiederà per legge che i contenuti digitali siano accessibili a tutti. Un obbligo per tutte le imprese, anche PMI, sopra i 10 dipendenti e i 2 milioni di fatturato, ma anche un’occasione di impegno etico, per rendere accessibili contenuti che con grande difficoltà lo sarebbero nel mondo reale.

 

Sostenibilità digitale, quindi, come concetto chiave del presente e del prossimo futuro, con una doppia valenza: ambientale, per rendere strumenti, siti e piattaforme sempre più efficienti, leggeri e a basso impatto, ma anche sociale, per rendere tutte le persone capaci di accedere a risorse, conoscenza e informazioni online.

Resta aggiornato sulle novità del mondo Digital

Insights